Lettera aperta On. Martini
OGGETTO: PROPOSTE DI LEGGE “DISCICPLINA DEL RAPPORTO TRA UOMO E CANE PER LA PREVENZIONE DELLE MORSICATURE E LA GESTIONE DEI CANI AD AGGRESSIVITA’ NON CONTROLLATA”
Preg.mo Onorevole,
L’analisi su cui pongono variamente l’accento le proposte di Legge in esame è indiscutibilmente condivisibile: alle morsicature e ad una aggressività non controllata si giunge attraverso un insieme di errori che prendono le mosse dal non rispetto dell’alterità animale per giungere, attraverso una relazione sbagliata, ad una impossibilità di gestione del cane che ha nelle morsicature, ma non solo, il suo aspetto più eclatante.
Il problema di fondo diviene la relazione uomo – cane. Condividiamo quindi che sia indispensabile intervenire (le esperienze straniere insegnano) sui proprietari di tutti i cani nel momento stesso in cui si pongono come tali. La conoscenza della psicologia del cane e la costruzione di una relazione positiva che aiuti l’animale a rispondere alle complesse richieste che la nostra società pone evitando così, pericolose situazioni di stress, è indispensabile.
Ci permettiamo tuttavia di segnalare che in questo percorso ha un ruolo fondamentale la figura dell’Educatore Cinofilo e che in Italia esiste un’Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili che, fondata sette anni orsono, riunisce Professionisti motivati e dotati di una non comune preparazione teorica verificata con pluriennali esperienze sul campo. Oggi gli Educatori e i Rieducatori Cinofili dell’APNEC rappresentano un punto di riferimento della cinofilia, non solo e non tanto, di quella cinofilia che si esprime in specifiche discipline, quanto piuttosto in tutti quei percorsi del quotidiano che coinvolgono gran parte dei cani che vivono nelle famiglie degli italiani. Tutti gli Educatori dell’ APNEC sono impegnati in ogni Regione a promuovere progetti di zoo antropologia didattica in collaborazione con le scuole; a diffondere una più moderna cultura cinofila che aiuti i proprietari a trovare la giusta chiave relazionale con il proprio cane sin da quando il cane è cucciolo. Molti dei nostri Educatori sono autori di articoli su qualificate riviste; all’ Associazione si rivolgono i proprietari per ricevere qualificate e, spesso risolutive, indicazioni proprio relativamente a problemi di gestione del proprio cane. Molti dei nostri Rieducatori collaborano con Medici Veterinari Liberi Professionisti e con le stesse strutture Veterinarie delle ASL per l’attuazione di percorsi rieducativi mirati che , molto spesso, riguardano proprio cani problematici. Ognuno degli Educatori Cinofili dell’ APNEC ha sostenuto un impegnativo esame per accedere all’Associazione ed è impegnato in un percorso di formazione permanente verificato attraverso i crediti formativi accumulati ogni anno. Tutti sono tenuti al rispetto di un preciso Codice Deontologico. Tutti i nostri Centri Cinofili sono in regola con le diverse normative Regionali richieste e dotati di coperture assicurative in relazione alla responsabilità civile.
La dimensione dell’Associazione Professionale è quanto previsto dalle normative Europee per il riordino delle nuove professioni non Ordinistiche. L’APNEC è in regola con la complessa documentazione richiesta dal Ministero della Giustizia ed ha superato il vaglio dello stesso che ha trasmesso la documentazione al CNEL per il prescritto parere al fine del riconoscimento come associazione professionale rappresentativa a livello nazionale secondo quanto disposto dall’art. 26 del Decreto legislativo 9 novembre 2007 n. 206.
Riteniamo pertanto che l’APNEC possa presentare un punto di riferimento nel momento in cui si affrontano le tematiche relative all’educazione volta al miglioramento del rapporto uomo cane e ci sentiamo di affermare che l’Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili può essere un patrimonio che sarebbe sbagliato vanificare facendo di tutti gli Educatori Cinofili un unico indistinto insieme non qualificato da assoggettare a verifica. Essere arrivati al parere del CNEL per il riconoscimento della rappresentatività nazionale della categoria professionale per essere valutati alla stregua dei tanti “cani sciolti” presenti in Italia sarebbe, a mio parere, non riconoscere l’impegno profuso e vanificare il lavoro di questi anni. D’altra parte non si comprende come, da un lato, si attribuisca validità all’associazionismo quale forma di regolamentazione delle nuove professioni e, dall’altro, non se ne tenga conto proprio nel momento in cui si stabiliscono norme relative a settori in cui la professione rappresentata è pienamente coinvolta.
Ringraziando per la cortese attenzione.
Il Presidente
Dott. Maurizio Dionigi