L’educatore cinofilo: ruoli e professionalità

Era nell’aria un certo fermento per il “SECONDO CONGRESSO NAZIONALE APNEC” che si è svolto sabato 13 e domenica 14 maggio 2006 a Bologna, presso l’Holiday Inn Bologna City.
Ho vissuto in prima persona le attività associative, avendo la fortuna di far parte del Consiglio Direttivo Nazionale, e vi posso dire che era nell’aria la voglia di cambiamento, la voglia di migliorare sempre di più le attività di un’associazione di sicuro giovane, ma che ha un obiettivo preciso nel territorio nazionale: lo sviluppo di un’adeguata cultura cinofila in Italia.
Negli ultimi decenni è enormemente aumentata la diffusione del cane all’interno delle famiglie italiane; parallelamente si sono sempre più sfumate le funzioni specifiche che giustificavano il possesso del cane (caccia, guardia, ecc…), per l’affermarsi di un nuovo ruolo, estremamente importante e rilevante nel contesto relazionale: un’interazione ben marcata che porta il cane ad essere parte attiva ed integrante del contesto familiare.
Quando ho aderito al progetto Apnec, ho avuto la fortuna di potermi relazionare da subito con persone dotate di valori forti, alla cui base era sempre ben presente un profondo rispetto per l’alterità animale. Ed infatti l’Associazione nasce dalla volontà di professionisti ed appassionati che hanno fatto della cinofilia un campo di ricerca permanente nel quale convergono contributi della biologia,della zoologia, dell’etologia, della bioetica, della zooantropologia, della medicina veterinaria,della cinotecnica, della psicologia, della pedagogia e della medicina che pone al vertice sempre e comunque il benessere del cane.
Ed ecco quindi la necessità di rinnovare, perfezionare costantemente la professionalità dei singoli iscritti e delle realtà del territorio; la necessità di coinvolgere maggiormente tutti gli iscritti appartenenti all’Apnec, regione per regione, dal nord al sud (isole comprese) per fare in modo che la nostra professionalità risulti sempre adeguata al nostro rilevante obiettivo.

La giornata di sabato è stata un incontro importante, in cui ognuno degl’educatori presenti, ha avuto modo di apportare in maniera significativa le proprie idee e i propri concetti per la modifica dello statuto e per candidarsi in prima persona per le responsabilità che competono nel lavoro associativo. Un confronto con le diverse realtà regionali, con quelle che sono anche le difficoltà che si possono incontrare nell’operato professionale di ognuno.
Il dibattito ha portato ad una sensibile modifica che permetta una rappresentanza vasta su tutto il territorio con la relativa votazione nella giornata di Domenica per la nomina di 25 Consiglieri Nazionali e la nomina di 9 Consiglieri per il Direttivo Nazionale.
In seguito alla votazione delle nuove cariche associative, si è dibattuto a lungo sulla tematica della professionalità dell’educatore cinofilo. In presenza dei giornalisti delle più rinomate testate cinofile, si è discusso sul ruolo fondamentale che è proprio dell’educatore cinofilo; parlare a sproposito della nostra figura professionale, ostentando un’ignoranza che non ammette repliche, agire senza alcuna cognizione di causa dimostrando un’illimitata presunzione, raggiungere livelli di incompetenza assoluta propinando presunte verità attraverso illeggibili pubblicazioni non ha portato a situazioni costruttive e rispettose per il cane. In questo contesto, che nega sistematicamente l’alterità animale, il cane diviene oggetto con il quale realizzare le proprie ambizioni, sul quale riversare le proprie ansie, le frustrazioni di un’umanità che si rapporta alla diversità con categorie inadeguate, prigioniera della propria presunta superiorità; è in questo contesto che maturano la zoopatia, le zoofobie o, retro della stessa medaglia, le zoomanie; e il nostro debito con il mondo animale e con il cane in particolare cresce ogni giorno.
Certamente occorre approfondire e migliorare la nostra professionalità come punto di riferimento certo, al quale rivolgersi per le diverse problematiche che la vita con un cane comporta:

  • la scelta adeguata della razza a cui fare riferimento, al di là delle mode e dell’aspetto morfologico;
  • l’educazione precoce cucciolo alle numerose e, spesso, non facili richieste provenienti dal contesto urbano in cui è inserito;
  • l’addestramento specifico nelle diverse discipline, attuato con metodologie naturali rispettose dell’alterità animale quale segno imprescindibile di civiltà;
  • la particolare preparazione dell’animale nell’essere di ausilio a portatori di handicap (non vedenti, non udenti e disabili motori);
  • i numerosi problemi comportamentali che i cani presentano e che rendono difficile e, molte volte, impossibile la convivenza con l’uomo.

Un punto di riferimento necessario per i diversi livelli di interazione tra uomo e animale, che permetta un sensibile miglioramento relazionale, rappresentato da una associazione di professionisti che si rispecchiano in questi valori, a fronte di un codice deontologico estremamente importante. Un’associazione che possa collaborare attivamente con le Pubbliche Amministrazioni per le opere di prevenzione del randagismo e fornire un aiuto concreto per la formazione di figure professionali dedite alla gestione dei centri di educazione e rieducazione, dalle campagne di educazione cinofila nelle scuole ad iniziative pubbliche di sensibilizzazione, e ovviamente, fattore maggiormente rilevante, che si adoperi nel rappresentare e migliorare costantemente quella figura professionale di sostegno che permetta un’efficacia cooperazione tra il cane ed il proprietario.

Claudio Minoli – Consigliere del Direttivo Nazionale APNEC