Adottare un cane è una scelta di cuore, ma anche di testa per evitare che diventi un futuro abbandono
di Daniela Borgo *
Il cane è un viaggio meraviglioso. È la scoperta di un mondo nuovo, un linguaggio nuovo, divertimento, compagnia, emozioni positive e sincere. Ma è un impegno. Un serio impegno. Ecco, proprio da questo punto di partenza, per il terzo anno consecutivo, ha preso spunto la campagna di sensibilizzazione “Scegli con il cuore ma prima parla con un nostro educatore” (attiva fino al 30 settembre) organizzata da APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili), in collaborazione con OIPA (Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali), sulla scelta consapevole in cui un futuro neo proprietario può contattare un professionista cinofilo APNEC per un colloquio gratuito prima di far entrare un cane nella propria vita. Il professionista dispenserà consigli e informazioni sulla scelta del cane giusto.
Ma facciamo un passo indietro. Siete proprio sicuri di voler vivere con un cane? Siete disposti per circa 15 anni ad uscire almeno 3 volte al giorno per tutti i giorni dell’anno, in inverno con le intemperie e d’estate con il caldo? Siete disposti a capire un essere senziente con abitudini, comunicazione ed esigenze diverse da quelle umane? Inoltre, bisogna tenere a mente le spese per il cibo, per il veterinario, per un professionista cinofilo che segua il cane almeno inizialmente nell’educazione di base, fino all’organizzazione delle ferie.
Sono queste le prime domande che facciamo a coloro che ci contattano. Perché la presa di responsabilità preventiva può evitare un abbandono futuro. Ed è proprio su questo che si basa la campagna: evitare abbandoni e limitare i disturbi comportamentali (dati spesso dalle poche informazioni recepite sulla gestione del cane). Il passo successivo è, ovviamente, solo per coloro che sono consapevoli e determinati “nonostante” le prime importanti e basilari nozioni. Si arriva, dunque, alla scelta del cane.
È fondamentale, a questo punto, che l’opzione sia la più appropriata: non potremmo mai consigliare un Border Collie a una famiglia sedentaria o un Bull dog a una famiglia con la passione per il trekking o sport di velocità. Le eventualità sono varie e soggettive. Quindi, ogni educatore, in base alle abitudini quotidiane e allo stile di vita del futuro proprietario consiglierà la razza o il meticcio più adatto. Spiegherà le motivazioni di quella possibilità in base a informazioni etologiche e studi scientifici. Troppo spesso, infatti, la scelta del cane verte sull’estetica o è dettata dalla moda del momento. Lo scorso weekend, ad esempio, mi ha contattato una signora, che non aveva mai avuto un cane, innamorata esteticamente di un Akita Inu e che voleva regalarlo al figlio adolescente, molto introverso, nella speranza di una sua apertura alle emozioni.
L’Akita Inu è un cane possente e di non proprio facile gestione. Ha necessità di un proprietario sicuro e di molta socializzazione intraspecifica. È un cane primitivo, ovvero, ha caratteristiche che sono rimaste simili alle sue origini (in Giappone, secoli fa, veniva impegnato nella caccia al cinghiale e all’orso e veniva utilizzato anche come cane da difesa del territorio), è un cane un po’ diffidente e autonomo, molto lontano dall’essere un cane da compagnia. Ed è esattamente questa l’utilità della campagna. Diffondere le corrette informazioni per mettere al corrente i futuri neo proprietari prima di una decisione che li condizionerà nella quotidianità dei prossimi anni. Consigliandoli nella scelta più idonea. Il primo passo di un percorso piacevole e sereno. In armonia con la propria vita. Ed è allora che il cane sarà un viaggio davvero meraviglioso.
Sulla mappa interattiva nel sito dell’Apnec è possibile trovare l’educatore più vicino che aderisce alla campagna.
* Daniela Borgo è educatrice cinofila esperta nell’area comportamentale e presidente Apnec
Articolo apparso su:
La Stampa
La Repubblica
Il Secolo XIX