Denunciata “Scuolapercani” di Tommaso Castellano per i suoi metodi coercitivi: parla l’APNEC
Siamo giunti a una svolta per le accuse di maltrattamento di animali nei confronti del centro cinofilo di Tommaso Castellano. Per capire cosa è accaduto, abbiamo intervistato Daniela Borgo, presidentessa dell’APNEC.
Agosto 2024 rovente anche per chi si occupa di cinofilia.
Pochi giorni fa, tra le pagine de La Stampa, è stata pubblicata la notizia della denuncia per maltrattamento di animali e dell’arresto per stalking a carico di Tommaso Castellano, titolare della “Scuolapercani” di Paderno Dugnano (Milano) (https://www.dogsportal.it/tommaso-castellano-denunciato-e-arrestato/ ).
Dopo mesi di dichiarazioni ritenute deliranti dai cinofili, rilasciate sui social media e in tv da Castellano, e numerose accuse di educatori e associazioni verso i metodi violenti mostrati nei video diffusi dal centro cinofilo nelle diverse piattaforme, si è giunti all’azione legale.
Abbiamo approfondito la vicenda ascoltando le parole di Daniela Borgo, presidentessa dell’APNEC – Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili, che insieme ad altre realtà ha sporto denuncia contro Castellano.
Le denunce dell’APNEC
La prima denuncia presentata da APNEC a carico del titolare di “Scuolapercani” è stata per diffamazione.
La presidentessa Daniela Borgo racconta: «Abbiamo cominciato a ricevere le prime segnalazioni da parte di associati e di proprietari di cani dei maltrattamenti perpetrati da Castellano e, a fine ottobre scorso, lui ha diffuso un video in cui sproloquiava nei confronti degli educatori cinofili, attaccandoci pesantemente. A quel punto abbiamo sporto denuncia ai carabinieri per diffamazione, con il supporto dell’avvocato Stefano Benvenuti Gostoli.
La querela è stata presentata per difendere l’intera categoria degli educatori cinofili».
I video mostrati sui diversi profili di “Scuolapercani” testimoniavano l’uso sistematico di metodi coercitivi per l’addestramento dei cani, ma mancavano ulteriori prove che potessero sostenere in maniera solida una denuncia per maltrattamento di animali, prove che alla fine sarebbero giunte nelle mani dell’associazione.
Contro i metodi coercitivi nella cinofilia
L’utilizzo di metodi coercitivi nell’educazione e nell’addestramento dei cani non è, purtroppo, una novità. Il caso agli onori delle cronache in questi giorni è solo un esempio di un fenomeno di dimensioni maggiori, alimentato soprattutto dall’ignoranza di personaggi che non si formano e presumono di possedere conoscenze etologiche, in realtà spesso datate o auto-referenziate, e dalla frustrazione di compagni umani di cani che avrebbero bisogno dell’aiuto di professionisti competenti.
«Abbiamo agito contro Tommaso Castellano perché eravamo a conoscenza dei fatti e perché si esposto con violenza nei confronti sia dei cani che degli educatori cinofili. — aggiunge Borgo — Ma siamo contro chiunque maltratti gli animali».
Oltre all’APNEC, hanno presentato la propria denuncia per maltrattamento di animali nei confronti di “Scuolapercani” anche gli altri componenti dell’Hub professioni cinofile: la FICSS Pro – Federazione italiana cinofilia sport soccorso) e l’AIECI – Associazione istruttori educatori cinofili.
Ora è il turno della magistratura che indagherà e stabilirà se sono stati commessi dei reati, valutando le pene da comminare all’accusato se ritenuto colpevole. Il timore è che episodi di questo tipo siano dei fuochi di paglia: tanto rumore alla pubblicazione della notizia riguardante un singolo caso e un sottobosco neanche tanto nascosto di altri sedicenti professionisti che continuano a usare la violenza contro i cani (https://www.dogsportal.it/luso-della-violenza-in-cinofilia-ne-parliamo-con-roberta-bruzzone/ ).
«La notizia avrà aperto gli occhi di alcuni proprietari. — sottolinea Borgo — L’obiettivo è fermare chi pratica metodi che sono l’opposto del benessere animale e del rispetto verso i cani.
Gli educatori APNEC utilizzano un approccio che presuppone che i cani abbiano capacità cognitive ed emozioni e che quindi si basa su una comunicazione corretta con l’animale.
Io per prima lavoro con individui problematici: so come mettermi in sicurezza, so come agire, e non è prevista né violenza né alcuna forma di coercizione, anche in casi di cani aggressivi».
Come orientarsi tra educatori e addestratori cinofili
Questo episodio di cronaca ci mette in guardia: nell’ambito della cinofilia è necessario porre attenzione e scegliere con cura con chi abbiamo a che fare. Prima di tutto accertiamoci che la/il professionista a cui desideriamo affidarci abbia seguito un percorso formativo.
Del resto, voi andreste da uno psicologo, psicoterapeuta o da un allenatore sportivo che sia autodidatta e non abbia qualifiche?
Un ulteriore modo per evitare di incrociare la nostra strada con quella di persone violente e non competenti è proprio chiedere aiuto ad associazioni di professionisti come l’APNEC. «Noi abbiamo uno statuto e regolamenti che garantiscono che i nostri associati siano preparati e le loro conoscenze siano aggiornate tramite un numero di crediti formativi obbligatori da raggiungere ogni anno. — Daniela Borgo aggiunge — Anche altre associazioni seguono lo stesso iter. Lo studio e l’utilizzo di metodologie corrette sono le basi fondamentali delle professioni cinofile».
Come oramai sappiamo bene grazie alla ricerca scientifica, i cani sono animali con incredibili capacità e il nostro rapporto millenario (https://www.dogsportal.it/da-feroce-predatore-a-migliore-amico-delluomo-il-progetto-fido-indaga-sulla-storia-della-domesticazione-del-cane-in-italia/ ) ci ha permesso di riuscire a comunicare gli uni con gli altri, nonostante le differenze tra specie. Chi usa la violenza per educare e addestrare un cane ignora tutto questo.
La presidentessa dell’APNEC conclude: «Dobbiamo a questi animali benessere e rispetto.
Anche se sembra scontato, secondo me è bene ripeterlo ancora una volta perché chi adopera metodi coercitivi li tratta come oggetti, come automi da sottomettere e da punire, quando, invece, con l’impegno, il tempo e le giuste tecniche è possibile recuperare anche i casi più difficili».
Fonte : dogsportal.it