Forme di separazione del cane, conoscerle per prevenirle
di Daniela Borgo,
Educatrice cinofila esperta nell’area comportamentale e Presidente APNEC
Al rientro dalle vacanze, con l’inizio della scuola, con variazioni nei turni di lavoro, può succedere che il cane cominci a manifestare dei problemi quando viene lasciato da solo a casa. Questo avviene perché si è abituato a passare le sue giornate sempre in nostra presenza e vive con disagio l’allontanamento protratto del proprietario che ritorna al lavoro.
Ci sono diverse forme da separazione nei cani e rappresentano una percentuale piuttosto elevata nell’area dei problemi comportamentali.
Sono conosciute comunemente come “ansia da separazione” e si manifestano in genere quando il cane viene lasciato da solo. Mi rendo conto che sia una problematica molto complessa ma, come dicevo, è anche tra le più diffuse. È, quindi, necessario che più proprietari possibili individuino la questione per potersi rivolgere al più presto a un professionista che risolva la situazione prima che diventi ancora più spinosa. Proviamo a descriverla e, possibilmente, a prevenirla.
Le manifestazioni riguardano distruttività, eliminazioni inappropriate e vocalizzazioni.
Sono tre tipologie e a seconda di quella di riferimento cambia anche la tipologia delle manifestazioni. In tutte è presente un forte disagio del cane ma cambia la causa che scatena il suo malessere.
Nell’iperattacamento primario il soggetto non ha sviluppato il corretto distacco dalla figura di riferimento principale che viene visto come il sostituto della figura materna.
Il cane, ormai adulto, si comporta come un cucciolo. Le vocalizzazioni tipiche sono uggiolii e guaiti, le distruzioni si rivolgono agli oggetti appartenenti alla figura di riferimento, le minzioni sono sparse e le feci molli. In poche parole, manifesta la paura di non riuscire a sopravvivere da solo e rivela in questo modo tutto il suo malessere.
Nella forma da separazione di tipo relazionale il cane si assume un ruolo di controllo nei confronti del proprietario, crede di dover gestire i suoi spostamenti e le risorse a sua disposizione.
Le vocalizzazioni sono abbai e ululati, la distuttività si rivolge alle porte, finestre, stipiti, tutto ciò che lo separa dal ricongiungersi al proprietario. Le minzioni, se possibile, vengono posizionate in alto, le defecazioni sono dure e hanno funzione di ribadire il proprio status.
Nella forma di iperattacamento secondario il cane esprime disagio solo se viene lasciato completamente da solo. È sufficiente che ci sia una persona qualsiasi, anche non appartenente al proprio nucleo familiare perché il cane rimanga tranquillo. Le vocalizzazioni sono miste: abbai, ululati, ugiolii, così come la distuttività che si indirizza sia sugli oggetti che sulle porte. Le deiezioni sono sia disseminate che localizzate. Un’altra caratteristica di questa forma è che non si presenta tutte le volte che il cane rimane da solo.
In tutti i casi è fondamentale creare una buona relazione tra il cane ed il proprietario. L’essere umano deve essere visto come il punto di riferimento che guida il cane nella sua vita quotidiana, gestendo in maniera competente le risorse e le iniziative.
Questo risulta essere risolutivo nella cosiddetta forma di tipo relazionale; nel momento in cui l’essere umano afferma il suo ruolo autorevole, bilanciando correttamente la gestione delle regole e l’affetto, il cane cessa di manifestare i suoi comportamenti problematici.
Nelle altre due forme, che sono definite ansie da separazione, ci saranno ulteriori problematiche da affrontare.
Nell’iperattaccamento primario sarà necessario creare una buona relazione ma intervenire anche sulla creazione del distacco dall’umano visto come punto di riferimento principale, nonché sull’autostima del cane.
Nell’ iperattaccamento secondario (in genere ne soffrono i cani che hanno già problemi legati a paure e fobie, soggetti provenienti dai canili o che abbiano avuto periodi prolungati di ricovero in clinica veterinaria) sarà necessario creare una buona relazione e intervenire sull’abituazione del cane a rimanere da solo.
La cosa migliore sarebbe abituare sin dal suo arrivo in casa (sia che venga preso da cucciolo, sia che arrivi quando è adulto) a rimanere da solo per periodi gradualmente sempre più lunghi.
Quando invece una di queste problematiche sia già presente, è necessario rivolgersi ad un educatore cinofilo esperto.
Pubblicato su:
La Repubblica
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