La Stampa: Bufera sul centro cinofilo dell’influencer Tommaso Castellano, “Metodi coercitivi sugli animali”
Le associazioni degli addestratori professionali denunciano in procura la “Scuolapercani” di Tommaso Castellano. Indaga la magistratura
«Dove c’è costrizione, non ci può essere il bene del cane». Più addestratori cinofili abilitati ripetono questa frase quando parlano di Tommaso Castellano, titolare della “Scuolapercani” di Paderno Dugnano. Una figura controversa, quella del fondatore del centro cinofilo alle porte di Milano, per le sue metodologie caratterizzate da apparente aggressività e dall’utilizzo della forza sui cani.
Indiscriminatamente che siano cuccioli o adulti con problemi comportamentali. Che siano barboncini o molossi come pitbull e rottweiler. Alle associazioni animaliste sono molteplici le segnalazioni arrivate su Castellano. Tre di loro si sono decise a denunciarlo in più procure d’Italia con l’ipotesi di maltrattamenti nei confronti degli animali. La prima a muoversi e a venire a conoscenza di Castellano è stata la biologa e divulgatrice scientifica, Dunia Rahwan, che ha avviato la campagna, promossa sui suoi social, ribattezzata “Cinofili inutili” allo scopo di smascherare sedicenti addestratori. «Dai video mostrati sui social sulle pagine di «Scuolapercani» ho visto che non veniva rispettato il benessere dei cani – racconta -. Appena si è saputo che cercavo altre informazioni mi sono arrivate tantissime testimonianze di persone che si erano rivolte a “Scuolapercani”, ma che hanno lamentato tutta una serie di comportamenti da ascrivere a ipotesi di maltrattamento animale». Come colpire gli animali con calci e pugni, sottometterli a terra in una logica di capo branco, così da poterli manipolare. E ancora alzare i cuccioli dalla pelle o portare all’estremo l’uso del collare a strozzo, sfiorando l’asfissia del cane.
«La scienza – spiega Rahwan – ha ormai dimostrato che combattere comportamenti aggressivi con aggressività non produce un cambio. Non si può a chiedere al cane di smettere di mordere riempiendolo di botte». Lo scorso dicembre l’etologa, assistita dagli avvocati Mario Bellavista e Federica Brondoni, ha deciso di denunciare Castellano alla procura di Monza, competente territorialmente sul comune dove si trova “Scuolapercani”. Non per una crociata ad personam contro Castellano, ma solo per tutelare il benessere degli animali.
Una battaglia che ha avuto per Rahwan anche delle ripercussioni spiacevoli. Lo scorso 23 luglio all’uscita dalla caserma dell’Arma dei carabinieri di Paderno Dugnano, è stata avvicinata e insultata da due uomini. Uno dei quali indossava segni distintivi di appartenenza a una di queste scuole per cani. «Per cinque minuti mi hanno aggredito verbalmente e insultato». Con lei c’era anche un ex collaboratore di Castellano. «Siamo usciti illesi, ma mi sono molto spaventata. Ora confido nel lavoro della magistratura». Un clima molto teso culminato 48 ore dopo con l’arresto di Castellano con l’accusa di stalking nei confronti dell’ex collaboratore, testimone dell’aggressione a Rahwan. Secondo quanto è stato possibile ricostruire nel pomeriggio del 25 luglio Castellano ha atteso fuori dalla stessa caserma l’ex collaboratore.
L’uomo è salito sulla sua utilitaria e, guardando lo specchietto retrovisore, ha notato che Castellano lo stava pedinando a bordo del suo Hummer. Un inseguimento durato un paio di chilometri in cui Castellano avrebbe anche speronato, senza provocare gravi danni, l’auto. L’ex collaboratore, dopo aver chiamato il 112, si è rifugiato dai carabinieri. Neanche questo avrebbe fatto desistere Castellano tanto che lo avrebbe seguito fin dentro il cancello della caserma prima di essere bloccato dai militari. Il provvedimento è stato convalidato dal giudice di Monza che ha disposto per il fondatore di “Scuolapercani” l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Come detto, Rahwan non è stata l’unica a muoversi per vie legali. Anche alla Lndc Animal protection nelle ultime settimane sono state recapitate varie segnalazioni sulle presunte metodologie violente utilizzate a “Scuolapercani”. «Prima di decidere il da farsi abbiamo fatto analizzare i video pubblicati sui social da un consulente avere una sua valutazione», afferma il legale dell’associazione Michele Pezone. L’incarico è stato affidato al medico veterinario Enrico Moriconi, già garante degli animali del Piemonte e consulente della procura di Brescia nel caso dell’allevamento Green hill di beagle. «Da quanto ci ha riferito – sottolinea l’avvocato – sono emersi profili di compromissione del benessere degli animali».
La consulenza di parte è stata allegata a un esposto in cui si sottolinea una forte disapprovazione nella metodologia usata da Castellano. Il titolare della “Scuolapercani”, che vanta oltre 330 mila seguaci su Facebook e 47 mila su Instagram, avrebbe avuto una formazione da autodidatta senza conseguire nessuna abilitazione o diploma da educatore in enti riconosciuti come, ad esempio, l’Enci (Ente nazionale della cinofilia Italia). A tutela della categoria, al quale Castellano non ha risparmiato minacce e insulti («bastardi assassini» con le «pettorine sporche di sangue») additandoli come responsabili delle persone morte per incidenti causati dai cani, si è mossa in autonomia l’Apnec (associazione professionale nazionale educatori cinofili) a gennaio 2024 e di nuovo pochi giorni fa con un secondo esposto.
«I maltrattamenti operano in netto contrasto col benessere del cane creandogli problematiche e peggiorando quelle esistenti – sottolinea la presidente di Apnec Daniela Borgo -. L’unico modo per educare correttamente un cane è comunicare con lui in maniera chiara, corretta e rispettosa senza imporsi mai ma spiegandogli le cose con calma e gentilezza». È invece di giugno la querela depositata dall’Hub professioni cinofile, la rete che riunisce Apnec e altre realtà come Ficcs Pro (Federazione italiana cinofilia sport soccorso) e l’Aieci (Associazione istruttori educatori cinofili).
Un’iniziativa più circostanziata ritenendo non tollerabili le espressioni minacciose e diffamatorie propalate da Castellano in alcuni video pubblicati sui social o anche nel corso di interventi in televisione. «Dispiace vedere questo odio verso la nostra categoria – si rammarica la presidente di Ficcs Pro Luisella Vitali – Il signor Castellano, oltre a non fare il bene dei cani e delle loro famiglie, sta facendo un’attività di pura disinformazione». L’auspicio, condiviso da molti professionisti, è la chiusura di “Scuolapercani”. Gli esposti sono finiti sul tavolo della magistratura e le indagini sono in corso.
Fonte: La Stampa